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  • Writer's pictureGiovanni Rizzo

No Country for Old Men ITA

Updated: Feb 2, 2019

Regia: Joel and Ethan Coen, 2007.

Titolo originale: No Country for Old Men

Interpreti principali:

Tommy Lee Jones: sceriffo Ed Tom Bell

Javier Bardem: Anton Chigurh

Josh Brolin: Llewelyn Moss

Woody Harrelson: Carson Wells

Kelly Macdonald: Carla Jean Moss

Produzione: Scott Rudin, Joel and Ethan Coen sono i produttori. Paramount Vantage e Miramax Film sono le case di produzione.

Durata 123’


you need to call it. I can’t call it for you. It wouldn’t be fair[1]


Una Caccia all’uomo e a i soldi che condurrà alle più inaspettate conseguenze, in un Texas che se da un lato, vuole evocare la tradizione western, dall’altro mostra l’ingresso della modernità, nel vecchio mondo.

Mantenendosi fedeli al romanzo di Mc Carthy, i fratelli Coen sono riusciti a creare un film senza precedenti. Non è un paese per vecchi è tutto questo, ma anche di più. Non viene a mancare l’impronta autoriale dei due fratelli: sia nei movimenti di camera e nella tecnica, che nell’ideologia e nei temi del film. Infatti, una caratteristica della cinematografia dei fratelli Coen è quella di pretendere una particolare interazione da parte del proprio pubblico, nel senso che a questo non è mai offerta una semplice narrazione ma, al contrario, allo spettatore viene chiesto di formare una propria opinione non solo sull’andamento dell’azione, ma anche sulla psicologia dei personaggi. Questo risalta in maniera chiara in NC.

Per questo, aldilà delle analisi superficiali a cui potrebbe essere soggetto, in Non è un paese per vecchi lo spettatore non riceverà mai una risposta etica definitiva. Messa in maniera più semplice, non c’è una chiara distinzione tra buoni e cattivi o tra il bene e il male, ma solo punti di vista dei personaggi con tutti i loro difetti. Non a caso durante il film, lo spettatore, di volta in volta, potrà vedere il mondo con gli occhi di un personaggio diverso e così capire la prospettiva di quel personaggio. Questo serve ad accentuare, oltre alle molteplici chiavi di lettura, anche l’inseguimento reciproco e circolare tra i protagonisti, tema peculiare del film.

Questa caratteristica è presente anche in altri film dei Coen precedenti a questo, come per esempio: Mr Hula Hoop e Fargo; ma anche in film successivi come Burn After Reading e La ballata di Buster Scruggs.

Per quanto riguarda i movimenti di camera e la messa in scena, a cui si accennava all’inizio e che rendono il film di livello superiore alla media, possono essere considerati emblematici i seguenti:

· Durante il film sono presenti molti track in[2] che vanno a sostituire lo zoom rendendo il movimento più pulito e a volte anche più drammatico. Questo perché la videocamera viene avvicinata fisicamente al soggetto.

· L’illuminazione in tutto il film è naturale, di conseguenza ci sono varie scene con notevoli chiaroscuri o anche buio quasi completo. Questo tipo di illuminazione viene sfruttato dai Coen in scene come l’inseguimento di Moss da parte dei messicani, la sparatoria tra quest’ultimo e Chigurh e, infine, il Lancio della moneta finale con Carla Jean. Il chiaroscuro procura la tensione necessaria alle scene e le rende quasi pittoriche.

· Infine è importante notare la mancanza di soundtrack per tutta la durata del film; essa viene sostituita dai suoni dell’ambiente o quelli causati dalle varie azioni. A parere di chi scrive, l’aggiunta di una qualsivoglia tipo di musica avrebbe impoverito il film, in ogni sua scena: la suspence ne sarebbe stata irrimediabilmente compromessa.

Quello che più affascina e rende interessante il film è, però, l’incontro tra le varie ideologie. I tre personaggi rappresentano ognuno un’ideologia: Moss l’opportunismo, Chigurh il nichilismo e, infine, Bell il legame con il passato e la nostalgia. Moss e Chigurh sembrerebbero entrambi agire sotto l’influenza del fil rouge del capitalismo, anche se per motivi diversi: Moss desidera i soldi e per questo dà sfogo alla sua natura opportunistica che riflette l’individualismo, fondamento del capitalismo. Ma è anche di più, infatti lui è il perfetto cowboy, lo stereotipo americano: Uomo forte e capace, lupo solitario, indossa sempre stivali di pelle (anche in ospedale), classica iconografia western, è lui a portare i pantaloni in casa[3] ed è un veterano di guerra. In qualche modo anche lui è un simbolo di un passato perduto, di un’America selvaggia e dell’onore dei pistoleri. Forse proprio per questo è destinato a fallire e a soccombere a favore del futuro che avanza inesorabile.

Chigurh, invece, rappresenta iperbolicamente il consumismo. Lui consuma tutto ciò che incontra, soprattutto vite umane. Questa mancanza di patos nella morte e la conseguente perdita di importanza della vita, sono temi ricorrenti nei film dei Coen. Questo loro nichilismo potrebbe fondare le sue radici nell’ateismo delle scienze positiviste. Quindi sarebbe una rinnegazione delle morali religiose del passato da parte del futuro, tale tema potrebbe essere interpretabile come idea base del film stesso[4].

È importante sottolineare anche la seconda caratteristica di Chigurh che lo distingue più di tutto il resto: il fatalismo. Quando non uccide per necessità, ovvero consumismo, lui agisce come agente del destino e con il suo lancio di moneta lascia che il fato scelga se risparmiare o no le sue vittime. Questo tratto, che lo caratterizza in maniera peculiare, può essere notato nel suo discorso col commerciante quando, parlando della moneta, dice: “Nineteen fifty-eight. It’s been traveling twenty-two years to get here. And now it’s here”[5] . Chigurh parla come se la moneta abbia scelto e lui non abbia avuto niente a che fare con la vicenda. Di fatto rinnega la sua libertà di scelta.

Per quanto riguarda Bell non c’è niente che lo descriva meglio di un depresso cronico intrappolato dalle sue stesse aspettative riguardo la propria vita e, molto probabilmente, i sui fallimenti fino a quel momento. All’inizio del film, grazie al suo voiceover, ci sentiamo vicini a lui e al suo rispetto per il passato e il suo senso di giustizia, ma come il film va avanti non possiamo che biasimarlo per la sua mancanza di ottimismo e interesse nel mondo. Bell è esageratamente negativo, perché intrappolato dal passato che tanto ama e, quindi, si ritrova sempre un passo indietro rispetto al futuro. Nel suo discorso finale Bell riassume sé stesso e la sua condizione perfettamente: “I always thought when I got older God would sort of come into my life in some way. He didn’t. I don’t blame him. If I was him I’d have the same opinion about me that he does”[6]. Questa sua depressione si manifesta nella debolezza della sua fede, iconica, di come il futuro con la sua violenza e relativismo non abbia più tempo per Dio.

Chigurh con i suoi capelli diversi, stivali eccessivamente appariscenti e la sua mancanza di morale rappresenta proprio il futuro. Infatti quando Bell decide finalmente di mettersi in prima linea e catturare Chigurh, arriva troppo tardi. Finale presagito dalle due scene gemelle nel trailer[7] di Moss, dopo che si è dato alla fuga, in cui possiamo vedere Bell ripetere tutte le azioni fatte da Chigurh prima di lui. Tra le quali, va messa in evidenza la sua scelta di sedersi sul divano, da dove la sua immagine viene riflessa nella TV, nella stessa maniera in cui l’immagine di Chigurh era stata riflessa.

Alla fine si potrebbe affermare, citando le stesse parole dei due fratelli Coen, che “the film is about a good guy, a bad guy and a guy in-between”[8]. Questa affermazione estremamente minimalistica non può che ricordarci che la realtà non è per niente così.

[1]Devi decidere. Non posso decidere per te. Non sarebbe giusto”. Dialogo tra Chigurh e il proprietario della stazione di servizio.


[2] Tecnica cinematografica che consiste nel avvicinare la videocamera lentamente al soggetto invece di usare lo zoom.


[3] In un suo dialogo con la moglie si ha un chiaro esempio di questo: “You keep running that mouth I’m gonna take you in the back and screw you”. In Italiano: “continua a parlare e ti porto di la e ti scopo”


[4] L’intrinseca dinamica di questo film, pare rievocare il dialogo tra il teologo e il razionalista ne Il posto delle fragole di Ingmar Bergman, proprio laddove I due disputano sul senso della morte, mostrando in quel caso (e forse in tutta la sua cinematografia) il distacco che la sua opera segna tra i valori della tradizione del mondo occidentale e il moderno scetticismo, basato sul razionalismo.


[5] “Mille novecentocinquant’otto. Ha viaggiato per venti due anni per arrivare qua. E ora è arrivata”


[6] “Ho sempre pensato che quando sarei diventato vecchio Dio sarebbe entrato nella mia vita in qualche modo. Non lo ha fatto. Non gliene faccio una colpa. Se fossi lui avrei la stessa opinione su di me che lui ha”


[7] Rulotte, ovvero la casa di Moss.


[8] “Il film è su un buono, un cattivo e uno a metà”

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